In alto i calici! La nostra Alessandra ci accompagnerà in un viaggio appassionante. Il 15 aprile si è tenuta una nuova serata @enogirls_ interamente dedicata ai vini provenienti da zone vulcaniche, una degustazione tematica dai rivolti affascinanti e dai sapori indimenticabili che raccontano la storia delle eccellenze e delle meraviglie del nostro territorio.

Vini vulcanici: un tesoro tutto italiano 

Rispetto a quanto si pensa l’Italia ha tante aree di origine vulcanica, alcune si sviluppano su terreni dove ormai il vulcano è estinto, altre dove il vulcano è dormiente e altre ancora nei pressi di vulcani attivi. Si identifica come vulcano estinto quel vulcano la cui ultima eruzione risale ad oltre 10mila anni fa, come ad esempio i vulcani Salina, Amiata, Vulsini, Roccamonfina, Vulture, Cimini, le Isole Pontine, Vico e Sabatini.

Roccamonfina

 

Sono invece riconosciuti come dormienti i vulcani che hanno avuto eruzioni negli ultimi 10mila anni ma che attualmente si trovano in una fase di riposo, hanno quindi una frequenza eruttiva molto bassa e al momento si trovano in condizioni di condotto ostruito come i Colli Albani, i Campi Flegrei, il Vesuvio, l’isola di Vulcano, di Ischia, di Pantelleria e Ustica.

Vesuvio

 

Si considerano infine vulcani attivi invece quelli che hanno dato eruzioni negli ultimi anni. Si tratta dei vulcani Etna e Stromboli che eruttano frequentemente e sono in condizioni di attività a condotto aperto.

Etna

 

Vini vulcanici: tutte le caratteristiche di una spiccata personalità 

Ma quali sono le caratteristiche dei vini provenienti da zone di origine vulcanica?

  • Prima su tutte la mineralità, intesa come sapidità al sorso, data da terreni ricchi di minerali come il potassio, il basalto e altre sostanze che rendono il terreno molto fertile;
  • l’acidità spesso spiccata, che si viene a formare sia per le pendenze dei vigneti situati ai lati di montagne, che per le grandi escursioni termiche tra il giorno e la notte;
  • la longevità che permette anche ai bianchi di maturare a lungo;
  • le viti a “piede franco” soprattutto le vigne più vecchie, che hanno avuto la fortuna di non essere state attaccate in passato dalla fillossera, grazie alla presenza di terreno sabbioso.

Vigneti etnei

 

La degustazione: i vulcanici 5

Passando alla degustazione, il viaggio all’interno dell’Italia vulcanica è continuato con la presentazione e assaggio di 5 vini da territori di origine vulcanica, prodotti con uve autoctone di quelle zone e con diversi metodi di vinificazione. Eccoli nel dettaglio.

  • PIETRAFUMANTE di CASA SETARO – Trecase (NA)

Spumante metodo classico da uve Caprettone

Il Caprettone è un vitigno a bacca bianca autoctono della Campania che si pensa prenda il nome dalla forma del grappolo che ricorda la barbetta della capra. Un’altra convinzione è che il nome derivi dai “caprai” che in passato oltre a curare le capre si trovavano ad allevare la vite.

 

Foto Casa Setaro

 

Uve a piede franco su un vigneto di 350 slm nella zona Alto Tirone nel Parco Nazionale del Vesuvio. Vinificazione in acciaio a temperatura controllata. Sosta e affinamento in bottiglia per 30 mesi sui lieviti. Si presenta color giallo paglierino brillante dal perlage fine e persistente. Al naso emergono sentori floreali di ginestra e fiori bianchi, con note fragrati di pane, agrumi e frutta a polpa bianca. Elegante e fresco al palato, di grande struttura, con un sorso lungo e minerale.

 

  • CALVARINO 2020 di PIEROPAN – Soave (VR)

Bianco fermo da uve 70% Garganega e 30% Trebbiano di soave

Vinificazione e affinamento in cemento vetrificato.

Il nome deriva dal nome del vigneto che si trova nel cuore del Soave, uno dei cru più importanti, acquistato dalla famiglia agli inizi del 1900, il suo nome significa “piccolo calvario” per la pendenza forte e la terra dura. La natura del terreno è vulcanica ricca di argilla e di tufi basaltici che conferiscono al vino una piacevole sapidità e mineralità. Le vigne hanno tra 30 e 60 anni di vita.

Google Foto Pieropan

Giallo paglierino luminoso, fresco, floreale, sentori di sambuco, frutta polpa bianca, pera, frutta secca a guscio, nocciola, mandorla; fresco, elegante sapido, ben bilanciato con ritorno gustativo agrumato; lungo e persistente.

  • ETNA ROSATO 2020 di GIROLAMO RUSSO

Da uve Nerello Mascalese 100%

Vigenti di 80 anni di età. Pressatura diretta con vinificazione in bianco senza macerazione. Terreno vulcanico sabbioso, ricco di minerali. Esposizione sulle pendici nord dell’Etna. Vinificazione e affinamento in acciaio con utilizzo di lieviti indigeni.

Google Foto Etna Rosato

Si presenta di color rosa buccia di cipolla chiaro, al naso è floreale, agrumato, sentori di viola, gelsomino, fiori bianchi, pesco. Al sorso è sapido, fresco, saporito, dal finale agrumato di arancia sanguinella.

  • CASELLO 105 di TENUTA I GELSI

Rosso fermo da uve Aglianico del Vulture 100%

Unica cantina che si trova nel versante del Vulture che guarda la Campania. Si trovano a 550 mt slm e c’è molta escursione termica. Il terreno è compatto composto da lapilli vulcanici con qualche lingua argillosa. Vigne di 30 anni. La vendemmia avviene dopo il 20 ottobre perché sono piuttosto in alto e aspettano la giusta concentrazione delle uve. Fermentazione in acciaio a temperatura controllata e affinamento in anfora per 12 mesi più altri 12 mesi in bottiglia. L’anfora tramite la polimerizzazione dei tannini, permette di dare rotondità al vino.

Google Foto Aglianico del Vulture Casello 105

Annata 2019: calda ma equilibrata. Colore rosso porpora intenso, al naso si presenta floreale, con un bel frutto rosso sodo, ciliegia, amarena, marasca sotto spirito, scorza arancia, emerge anche una parte erbacea quasi balsamica. Bella corrispondenza naso bocca, entra morbido, si sente il tannino ma chiude in sapidità e freschezza che ripulisce le sensazioni tanniche. Beva importante ma piacevole nonostante l’annata giovane, di solito l’aglianico si beve a distanza di tanti anni. Ben fatto.

 

  • MALVASIA DELLE LIPARI di HAUNER Carlo – Santa Marina Salina (Isole Eolie)

Vendemmia tardiva da uve Malvasia delle Lipari 95% e Corinto nero 5%

Vinificazione acciaio a temperatura controllata e 6 mesi di affinamento in bottiglia. Lo abbiamo scelto a conclusione del percorso degustativo a conferma della sapidità e mineralità dei vini da terreni vulcanici. Al calice si presenta color giallo dorato luminoso, i sentori al naso sono intensi, frutta matura, albicocca, nespole, fichi, con sensazioni di lavanda e timo. Il sorso è fresco, caldo, sapido con un finale mandorlato.

Google Foto Hauner

La perfetta conclusione di una serata degustazione che ha riscosso un grande successo tra i partecipanti.

 

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