HyperContent marketing: come può migliorare l’esperienza di marca? E cosa vuol dire “narrazione transmediale”? Vediamolo insieme.
L’uomo è un essere temporale che vive nel presente. Nel 2018 lo sarà ancora di più.
La continua evoluzione tecnica di smartphone, tablet e wearable device, collega, anzi connette l’essere umano al presente con una modalità nuova e tutta da esplorare.
Ma come ci riesce? Immergendo l’utente in una realtà quadridimensionale formata da lunghezza, altezza, profondità e call to action.
L’HyperContent connette l’uomo “qui e ora” con il brand e non solo: se opportunamente costruita, una strategia che contempla questo nuovo canale di comunicazione può sfruttare il tempo e lo spazio dell’utente e trasformarlo in brand ambassador grazie allo sharing della customer experience.
Una delle caratteristiche dell’HyperContent marketing è la capacità di armonizzare la narrazione di un brand che permetta:
La narrazione deve essere:
Attenzione: transmediale, però, non vuol dire omnicomprensivo.
La scelta dei canali da usare è fondamentale per non disperdere energie e obiettivi.
Quando si parla di narrazione transmediale non si deve pensare al mero presidio di tutti i media. Arricchire la customer experience, infatti, non si traduce in una presenza separata su tutti i canali, ma nella creazione di una narrazione che permetta ai media più opportuni di dialogare e lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi, sia del brand, sia del cliente.
Altrove avevamo già parlato della crescita del settore mobile e lo riconfermiamo: nel 2018 è una buona idea investire sul mobile.
Come? Costruendo una buona strategia di mobile marketing, che tenga in considerazione anche le opportunità dell’HyperContent.